La balena della tempesta
[Benji Davis (testo e illustrazioni), EDT Giralangolo, 2015. Età di lettura: dai 5 anni]
Nico e il suo papà vivono su un’isola, assieme ai loro sei gatti, ai gabbiani e agli animaletti che popolano la spiaggia…
Della mamma nessuna menzione, Benji Davis semplicemente non ne parla e viene subito da pensare che per qualche motivo non ci sia più.
Nico se ne sta tutto il giorno a casa o va a zonzo solitario per l’isola, mentre il papà è in mare con la sua barca da pesca.
Un giorno però, dopo una tempesta, Nico trova sulla spiaggia una piccola balena e, per salvarla, la carica sul suo carretto e la porta a casa.
Lì la sistema nella vasca da bagno, oggettivamente il posto più largo in cui poterla tenere a mollo, e fa di tutto per farla sentire a proprio agio.
Ha un cuore tenero Nico, forse cerca soltanto un’amica, una confidente a cui raccontare di sé. La balena non risponde e lui parla, parla della vita sull’isola e si sente finalmente ascoltato.
Quando il padre rincasa la sera, il bambino riesce a tenergli nascosta la balena, almeno per un po’.
Prima o poi però il papà dovrà pur entrare in bagno! Infatti dopo poco ecco che il segreto di Nico viene scoperto.
Il papà non si arrabbia. D’improvviso, invece, capisce quanto Nico debba sentirsi solo senza di lui e senza un amico con cui parlare.
Insieme riportano la balena in mare e il bambino si sente triste, ma anche contento perché in quel momento è col suo papà.
Mentre il testo ci parla ancora di Nico e della sua speranza di rivedere la balena, le illustrazioni ci raccontano anche qualcos’altro.
Ci mostrano il bambino in cucina che dipinge su un foglio la sua amica, mentre il papà affetta il pane. Poi li vediamo salire insieme il pendio di una collina a osservare la balena che piroetta nell’acqua. Stanno facendo un pic-nic.
Un retino per farfalle alle loro spalle preannuncia una giornata di relax, uno spazio tutto per loro, in cui Nico finalmente non si sentirà più solo.
Benji Davies sembra particolarmente attento al tema della solitudine e a quello dell’amicizia, di cui parla anche nel bellissimo Sulla collina.
Amo le sue illustrazioni, estremamente espressive ed emozionanti, che mi ricordano un po’ quelle di Oliver Jeffers.
Attraverso le pagine di La balena della tempesta Nico ci parla di sé senza volerlo, ci racconta delle sue speranze e del suo bisogno di calore, di contatto, di confronto col mondo che lo circonda.
Anche il papà ci parla di sé, della fatica di conciliare il dovere con l’amore per un figlio, della paura di sbagliare, della consapevolezza di non riuscire a fare abbastanza rispetto a quello che si vorrebbe, ma anche dell’impegno e dell’inaspettata tenerezza di quell’omone, che per un giorno lascia tutto in sospeso per spalmare marmellata su una fetta di pane e gustarla, scalzo e spensierato, accanto al proprio bambino.
Buona lettura,
Maria Salbego